B—Line è un’azienda specializzata in arredamento di design che, fin dagli esordi, affianca prodotti contemporanei ad evergreen del passato, come il famoso Boby di Joe Colombo.
Progetti concreti, trasversali e flessibili frutto di collaborazioni con designer internazionali e di produzione esclusivamente italiana.
B—Line è un’azienda nata dalla volontà del suo fondatore Giorgio Bordin di ridare vita ad alcune icone storiche del panorama italiano del design. Si tratta di opere scomparse nel corso degli anni e sopraffatte dall’inarrestabile fermento di un mercato fertile di novità. Tra i prodotti rieditati, alcuni sono passati alla storia contaminando il design e l’arte su più fronti, come il famoso Boby di Joe Colombo.
Fin dagli inizi, B—Line affianca alle proprie riedizioni complementi d’arredo contemporanei, frutto di collaborazioni con designer internazionali. Progetti concreti, fruibili e trasversali che hanno l’onere e l’onore di convivere con i grandi capisaldi del design e di convincere in termini di carattere e stile per passare con naturalezza da ambienti domestici a spazi lavorativi e da interno a esterno, zone sempre più ibride e mutevoli come vuole lo stile di vita contemporaneo.
Zanellato e Bortotto: nuove formule e ottimismo per affrontare l’emergenza
3 Dicembre 2020

Da giovani talenti a designer affermati: Zanellato e Bortotto, un duo che in pochi anni annovera esposizioni nei principali siti cult del design e si fregia di riconoscimenti internazionali come il Red Dot Design Award. Per B—line, disegnano Bix, una poltroncina versatile e minimalista declinabile in pelle o tessuto e perfettamente integrabile in ambienti contract e home.

Pur rimanendo fedeli ad un percorso di ricerca caratterizzato da uno stile creativo del tutto personale, affrontano le limitazioni dell’attuale emergenza raccogliendo la sfida di un nuovo approccio verso l’ideazione dei loro progetti, in una stimolante dimensione di positività e ottimismo.

Ecco come descrivono questo momento.

Qual è il vostro stato emotivo e capire come state vivendo questo periodo anche non solo dal punto di vista lavorativo? 

Siamo generalmente ottimisti e nonostante le avversità di questo momento così particolare, ne abbiamo colto le sfide che ha portato a livello lavorativo e personale. Se da un punto di vista professionale siamo riusciti a portare a compimento un progetto ambizioso, quasi interamente svolto a distanza e in smart-working, anche da un punto di vista personale non mancano novità che sono riuscite a colorare positivamente un anno così difficile.

Per quanto riguarda il lavoro invece, com’è cambiato il vostro approccio ai nuovi progetti?

Abbiamo forse acquisito una maggior consapevolezza del lavoro che facciamo. Il tempo che viviamo ha momentaneamente congelato ogni fase del processo a cui eravamo generalmente abituati. La scaletta temporale, dal brief al lancio in fiera, è stata completamente messa in discussione. Ciò ci obbliga da un lato a rivedere l’organizzazione del nostro lavoro e delle attività dello studio, ma lascia anche più tempo per concentrarsi sui progetti e comprendere ciò che davvero desideriamo fare.

È cambiato in generale il vostro modo di progettare e il rapporto con le aziende? Se si, come?

Non è cambiato molto il modo di progettare, quanto la necessità di trovare nuove formule di dialogo e confronto con i nostri clienti. Manca moltissimo il rapporto diretto, che difficilmente potrà essere sostituito da chat e videochiamate. Ci manca davvero poterci muovere e viaggiare, perché è così che riusciamo a farci influenzare maggiormente trovando le basi su cui costruire nuovi progetti. Siamo però consapevoli del fatto che si tratti di una parentesi limitata e torneremo presto alle nostre vite.